Molto vicini, ma mai uniti. È giusto convivere?
È giusto convivere? Spesso nella nostra quotidianità ci capita di confrontarci con la realtà della convivenza che per molti oggi ha il significato di un tempo di prova. Qui i valori, le abitudini, e il carattere del proprio partner vengono esaminati e vissuti vicendevolmente. Emulando il rapporto coniugale del matrimonio, si comincia quindi a condividere la propria quotidianità: stessa abitazione, stesso letto, si va in compagnia ad acquistare la spesa, a partecipare a qualche hobby, e magari anche lo stesso conto corrente.
È giusto convivere? Queste modalità, attraverso cui si manifesta il legame affettivo della coppia e la reciproca assistenza morale e materiale, rendono, sì, molto vicini; ma non ci si deve accontentare di questa semplice vicinanza. Il nostro Essere ed Esistere, infatti, anela a qualcosa di molto più grande e che possono essere riscoperte con le proposte di INER Italia. Donare forma e colore a questo di più che cerchiamo dalla nostra vita si può.
Tre importanti aspetti rimarranno sempre esclusi dalla vicinanza convivenziale, privando la coppia di quell’unico, profondo e vero di più, che desidera vivere.
Se è giusto convivere, lo capiamo dai tre elementi che troviamo in una coppia:
- La Gratuità: un rapporto vissuto come tentativo, come prova, non può essere gratuito nei confronti l’uno dell’altra. Ognuno è infatti concentrato ad ascoltare il proprio io, le proprie emozioni e quindi i propri sentimenti. Tutto per capire se la persona che gli si pone innanzi gli può corrispondere.
- L’Unicità: trai due conviventi l’affetto e la stima reciprocamente provata non sono coronati dall’unicità. Essa impreziosisce il rapporto, perché la precarietà dello stesso impedisce di dire: “sarai l’unico\a per me.”
Gratuità e unicità sono quindi i primi due parametri dell’Amore che sbocciano solo nella veridicità del matrimonio e non nella convivenza; ma c’è infine l’ultimo tassello, il più delicato, e il più prezioso. E siccome anche tra i coniugi talvolta può incontrare delle difficoltà a fortiori lo sarà trai conviventi:
- Il rapporto intimo nella sua Totalità!
L’unione che avviene nella nudità intima e originaria dell’amore è totale quando avviene quell’abbandono, quella pura donazione di sé. Senza protezioni, si accoglie interamente l’altro per quello che è, e non per quello che ci dà, o per quello che ci fa provare.
Capiamo quindi che la Convivenza è figlia della Contraccezione che nega e depotenzia l’abbandono totale all’altro nella sua veridicità e interezza.
Il ti amo per come mi fai stare, per quello che mi dai, sono conseguenze inevitabili della contraccezione. Possono infiltrarsi anche trai coniugi e che fanno a pezzi l’essere e l’essenza dell’uomo e della donna in egual misura.
Mi sono quindi fatta una domanda: è giusto convivere? INER Italia mi ha proposto il cammino che mi ha aiutata a comprendere in toto la realizzazione ultima dell’essere umano e di conseguenza della coppia. Educando alla sessualità e alla fertilità, il corso INER Italia prende l’intimità come punto di partenza, come quella perla preziosa per la quale vale veramente la pena vendere ogni altro possedimento per far sbocciare con essa e da essa quell’unione totale (unio unionis deriv. unus UNO) d’Amore.
Il metodo naturale è l’opportunità per la donna, per l’uomo, per la coppia convivente o sposata, perché conduce alla conoscenza totale l’uno dell’altra e quindi a quella gratuita accoglienza. Non bisogna reprimere il desiderio maschile, o alterare la fisiologia femminile, dicendo devi toglierti qualcosa per essere amata. Bensì il metodo naturale sposa l’uno e l’altra cosa per edificare nell’armonia quell’Amore senza fine e senza fini.