Tik Tok è il famosissimo social nato nel 2016 in Cina, inizialmente lanciato sul mercato con il nome di Musically. Il fenomeno è esploso con l’inizio della prima quarantena, momento in cui sembrava indispensabile un intrattenimento per tutti i giovani annoiati dalle giornate trascorse in casa.
L’ascesa ancora in atto ha portato su questa piattaforma una quantità immane di utenti di tutte le età e contenuti che passano dal semplice intrattenimento, alla pubblicizzazione di prodotti e brand, fino all’informazione e all’educazione. La possibilità di crescita esponenziale e velocissima che offre questo social ha attratto molti in cerca di gloria, desiderosi di cavalcare la cresta dell’onda anche solo per qualche settimana.
Una sfida per ridicolizzare il corpo altrui
Come tutti i social, Tik Tok ha numerosi angoli oscuri che sembrano sfuggire alle linee guida della community: una sequela di regole che dovrebbero rendere i social un posto piacevole, un “Locus amoenus” digitale libero da ogni cattiveria e discordia.
Purtroppo è noto a tutti come questi spazi non siano così semplici da abitare, anzi.
Su questo sfondo entra in scena la “Boiler summer challenge”, protagonista indiscussa della sopra citata piattaforma digitale.
La sfida coinvolge e invita i ragazzi a partecipare individuando, approcciando e conquistando una ragazza curvy. La grottesca impresa viene filmata (a insaputa della ragazza) e caricata sui social, esposta come trofeo di una serata di caccia redditizia.
La challenge viene declinata in modi leggermente diversi: alcuni tentano di scoprire il peso della ragazza coinvolta rendendolo pubblico, altri azzardano a dare un punteggio in base alla forma fisica della vittima. Qualsiasi sia la variante che gli utenti decidono di postare il risultato non cambia. Dilaga tra le ragazze la paura di essere coinvolte nella challenge facendo venire meno il desiderio e l’entusiasmo di godersi le serate estive in qualche locale, senza contare il fenomeno parallelo di diffusione di foto e video intimi incrementato dalla sfida.
Boiler summer challenge: il potere del branco
Come un’epidemia la challenge sta coinvolgendo sempre più persone e i provvedimenti presi dai social non sembrano essere in grado di contenere il contagio. Che le persone coinvolte siano uomini o donne, questa è una lotta senza vincitori, ma con solo vittime e perdenti. La sfida che sta spopolando su Tik Tok non è altro che il manifesto di un problema educativo che dovrebbe interrogare tutti, poiché ognuno è responsabile più o meno diretto della realtà che vive, ed è suo dovere cambiarla, modificarla e renderla migliore.
Oltre a segnalare qualsiasi contenuto riconducibile alla propagazione di questa challenge, è nostro compito interrogarci sul perché avvengono ancora atti di questo tipo.
È socialmente dimostrato e ampiamente noto che la dinamica del branco diminuisca il grado di razionalità dei singoli, ampliando all’ennesima potenza atti di violenza e bullismo, di cui i membri non sarebbero probabilmente capaci. La forza del singolo è nel branco, ma il gruppo è fatto da individui: per un’azione efficace sulla società è necessario lavorare su ogni singolo uomo.
Quando si ridicolizza il corpo altrui, perdiamo di vista il Mistero
I danni della “Boiler summer challenge” non potranno essere tutti risarciti, anzi, molti resteranno purtroppo vividi nella vita di alcune delle persone coinvolte, ma è ancora possibile fare qualcosa.
La challenge è, come detto prima, manifesto di una mancata educazione all’affettività, al valore del corpo e della persona nella sua integrità e dignità di essere umano.
Giovanni Paolo II ha largamente espresso il valore della fisicità maschile e femminile, descrivendola e presentandola come traccia dell’ eterno Mistero di cui tutti noi siamo testimoni e partecipi più o meno consapevoli.
Quella che si sta combattendo, non è una lotta tra due fazioni, ma una guerra intestina ad ogni singolo uomo: la drammatica frattura tra corpo, mente e spirito.
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