Quest’anno l’attesa del Natale per me e mio marito si fa particolarmente speciale.
Attendiamo il Natale per eccellenza, quello che viene prima di tutto e che a tutto dà origine, quello del Signore. Assieme e poco dopo questo, attendiamo un altro natale, più semplice e piccolo rispetto al primo, ma non meno pieno di Grazia, quello di nostro figlio/a.
La Grazia enorme di poter accogliere una nuova vita riempie il cuore in modo traboccante e in questi giorni di attesa silenziosa, di Avvento, penso alla Sacra Famiglia e mi dico: “Anche tu Giuseppe avrai dovuto magari costruire una culla, montare qualche mobile per predisporre al meglio la casa per l’arrivo di questo piccolo”, e “Anche tu Maria in questo periodo sentivi il pancione farsi più pesante, magari avevi anche un po’ di male alla schiena, ma sentivi la Vita scalciare nel tuo grembo, quasi a dirti che ormai era giunto il momento”.
Si, avranno fatto tutto questo, magari, come noi, si erano fatti qualche programma su quale fosse il modo migliore per prendersi cura di questa nuova Vita nascente.
E poi booom! tutti i programmi saltano: al nono mese di gravidanza abbandonare la propria casa, recarsi in un paese lontano affrontando un viaggio pieno di scomodità, arrivare a contrazioni iniziate e non trovare nessun luogo caldo e accogliente in cui fermarsi se non una stalla, travaglio, parto e “Ueeee, ueeee!”…altro che ossitocina!
E io credo che accogliere una vita sia proprio questo: uno sconvolgimento imprevisto per quanto atteso e preparato. Perché, per quanto noi possiamo farci giustamente dei programmi, questo nuovo membro della famiglia chiede di essere aperti alla novità che lui e solo lui porterà nelle nostre vite. Ci chiede di fare spazio per accogliere tutto, anche quello che esce dai nostri schemi e dai nostri programmi.
Credit immagine: @https://www.amicidilazzaro.it/index.php/gesu-concepito-vero-uomo-e-vero-dio-mario-palmaro/
Lascia un commento