giffoni film festival

Il Giffoni Film Festival è un festival cinematografico per bambini e ragazzi che si svolge ogni anno, nel mese di luglio, per la durata di circa dieci giorni, nella città di Giffoni Valle Piana, in provincia di Salerno. 

Il titolo di questa edizione è “Gli Invisibili”, che a dire del direttore Claudio Gubitosi non sarà solo un tema, ma un vero e proprio progetto per il futuro. Infatti, a seguito della pandemia, il 2022 sembra essere il vero punto di ripartenza, là dove gli anni precedenti sono stati inizio e assestamento di una tragica vicenda che ha coinvolto tutto il globo e che ancora minacciosa fa sentire la sua presenza. I segni evidenti, e probabilmente indelebili di questo evento, hanno fortemente segnato le vite dei giovani, che silenziosamente subiscono questa situazione. 

L’impatto della pandemia sulle giovani generazioni

Il peso della pandemia, si poggia su una già fragile struttura che ora vacilla inesorabilmente. La crisi che da anni alberga qualsiasi ambito dell’esistenza umana intrappola i giovani in un solo tempo: il presente. Il motto “carpe diem” rappresenta la mentalità che accompagna le menti delle nuove generazioni: l’avaro tentativo di godere del momento senza troppi pensieri, senza preoccupazioni per il futuro. Un avvenire incerto, impalpabile, apparentemente irrealizzabile, risulta a tratti ripugnante, lasciando solo il presente come tempo da abitare e da vivere.

«Questa generazione è dannatamente complicata perché i nostri ragazzi sono iper-connessi ma, quasi come contrappasso, sono spesso soli. Sono bombardati di parole ma spesso non trovano quelle più giuste per descrivere ciò che sentono e ciò che desiderano.»

Ciò su cui pone l’attenzione Gubitosi, fondatore del festival, è la prigionia, non solo del presente, ma del potenziale e del futuro dei giovani. Semi gettati su una terra sterile, a cui viene chiesto di germogliare, crescere e possibilmente portare frutto. Niente che sia realmente possibile per chi ha già un giudizio che lo attanaglia, fino a definirlo. Una gioventù annullata poiché abbandonata, condannata perché impossibilitata a crescere. 

Ragazzi iper-connessi ma spesso soli

«L’invisibile alberga dentro ciascuno di noi. Perché in ciascuno di noi c’è una dimensione che non esponiamo al mondo, un pezzo celato e che spesso rappresenta l’essenza più vera e più autentica, quella parte, cioè, che non si vede ma che è essenziale, quella parte che spesso resta muta per paura del giudizio altrui, perché ci crea disagio, ci fa paura.» 

Il Festival vuole giungere al nucleo, spogliare dell’invisibilità i ragazzi e metterli sul palco, non come oggetti di studio, ma come protagonisti e testimoni della realtà. Raccontare la vita per come è e non solo per come appare. 

Body positivity, la scoperta dell’altro, il percorso per recuperare fiducia in se stessi, il passaggio all’età adulta, bulimia, anoressia e sclerosi multipla, sono solo alcuni dei temi che il Festival si propone di mostrare nella loro autenticità e verità. Uno sguardo nell’intimità dei giovani, un grido di aiuto, il punto di partenza delle nuove generazioni, uno slancio verso il futuro. 

Dopo mesi di isolamento e anni di staticità, c’è bisogno di un viaggio, di ritrovare di nuovo un’identità, un significato. L’ osservazione che il festival propone non è giudicante, ma è un lavoro di analisi necessario. C’è bisogno di un nuovo slancio verso l’avvenire. Il coraggio di abbandonare la certezza e la fugace sicurezza del presente, per abbracciare l’ignoto, il futuro.  

L’impegno del Festival Giffoni per i giovani

«A Giffoni tutte le convinzioni spesso vengono messe in dubbio e c’è un sovvertimento di equilibri che dà ai ragazzi fiducia e speranza. Dobbiamo farlo ancora. Soprattutto oggi».

Il Festival non propone soluzioni ai numerosi problemi e disagi sollevati dall’evento, ma un punto di partenza per un nuovo inizio, una nuova collaborazione, una visita alle periferie dell’umanità, a tutti i «ragazzi e le ragazze che esistono – li vediamo, sono tra di noi – ma che diventano invisibili nel momento in cui li cancelliamo dai registri della nostra società». 

Gubitosi muove una provocazione e chiede di vedere verità, perfino in televisione. «Per una settimana, allora, potremmo meritarci programmi come “Ballando con i normali”, “Siamo tutti fratelli”, “Nessuno è uguale show”, “Cuochi semplicemente per vivere”, “Apriamo ogni porta”.» 

Potremmo meritarci la verità, la vita reale, quella in cui siamo immersi, quella che abitiamo. 

Il Festival e i suoi organizzatori hanno in mente grandi progetti e desideri per il futuro. «Il Festival era un sogno ed oggi è diventato realtà, era un sogno che ha saputo cambiare il mondo. Proprio come accadrà oggi: a cambiare il mondo saranno gli invisibili. Io ci credo e con loro farò la rivoluzione».

Ancora non sappiamo se il 52ª Festival Giffoni riuscirà nella sua impresa, ma è pur sempre un inizio, una freccia scagliata verso il futuro, una scintilla di speranza. Un sogno che riveste di fiducia le nuove generazioni, intente nell’arduo compito di crescere.

Per le interviste: https://www.giffonifilmfestival.it/news-giffoni-experience/item/9263-giffoni2022-la-rivoluzione-degli-invisibili-ecco-l-importante-messaggio-del-direttore-claudio-gubitosi.html 

Author

Rebecca Sarti

Insegnante diplomata Iner, laureata in Filosofia

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