La conoscenza e la consapevolezza di sé, con tutto quello che è da sempre appartenuto al mondo femminile (la fertilità, la gravidanza, la menopausa…) ci spaventano e sono spesso culturalmente percepiti come qualcosa di “esterno”, spesso totalmente medicalizzati.
Il corpo femminile ha un suo linguaggio, che si può imparare ad osservare per cogliere quei segni e sintomi che dicono molto di quello che ci succede “dentro”. Alcuni segnali sono inequivocabili, appartengono ad ogni donna ed essendo dimostrabili oggettivamente permettono di individuare i giorni fertili e i giorni sterili di ogni ciclo con un’affidabilità molto alta.
Questi segni sono:
– la mestruazione, fenomeno che tutte le donne ben conoscono
– la variazione di temperatura basale, causata dal progesterone che determina l’avvenuta ovulazione
– il muco cervicale, fattore di fertilità, che ogni donna può vedere e “sentire”.
A differenza dell’uomo, che vede e tocca il suo corpo esterno, la donna ha una parte di sé che è all’interno e che quindi può imparare a “sentire”. La donna che si riappropria di sé, è protagonista della propria fertilità e anche della gravidanza e del parto.
Una donna,che sa cogliere i segni e i sintomi di fertilità, acquisisce quella consapevolezza che permette di portare all’interno della coppia un modo di vivere completo e responsabile ogni rapporto sessuale senza escludere la fertilità, perché diventa capace di identificare con precisione i giorni fertili e i giorni sterili di ogni ciclo mestruale.
La mancanza di conoscenza e consapevolezza può generare grandi fatiche in molte ragazze e donne nell’affrontare i cambiamenti che la vita richiede.
Una femminilità vissuta pienamente aiuta invece la donna ad entrare nelle diverse tappe della vita in modo più sereno: l’arrivo della prima mestruazione diventa un momento importante di crescita, la ricerca di una gravidanza è affrontata in modo consapevole (e più sereno anche quando purtroppo una gravidanza non riesce a realizzarsi), il climaterio non è la mancanza di qualcosa, ma un’ulteriore fase della vita della donna altrettanto piena e ricca di femminilità.
Più la donna conosce se stessa, più si apprezza: ogni stagione ha i suoi fiori!
Ritrovare noi stesse partendo dall’ascolto del linguaggio del nostro corpo ci può sostenere nella consapevolezza della bellezza che ogni donna esprime, rafforzando la nostra identità in senso positivo.
Con questa espressione, nota anche come ciclo ovarico od ovulatorio, si intende una sequenza di cambiamenti periodici che avvengono nel corpo della donna con lo scopo di portare a maturazione una cellula uovo e di preparare un ambiente uterino adatto al suo impianto. La durata del ciclo mestruale si calcola contando il numero dei giorni che vanno dal primo giorno di mestruazione, identificata dal giorno in cui appare sangue rosso, fino al giorno che precede la comparsa della mestruazione successiva, identificata con lo stesso criterio.
Col termine mestruazione si intende: “l’eliminazione, attraverso il sangue, dello strato più esterno del rivestimento interno dell’utero (endometrio). Essa si verifica al termine di una fase di temperatura corporea elevata, quando la temperatura scende di qualche decimo di grado”.
Non è noto quanto duri l’arco di tempo che va dal primo giorno delle mestruazioni all’inizio del periodo fertile.
Sappiamo però che ci sono vari giorni durante i quali è possibile che l’ovulazione avvenga. Il giorno esatto dell’ovulazione, quindi, non si può definire con esattezza. Si può solo conoscere la durata del periodo fertile, determinandone con precisione l’inizio e la fine.
La prima parte del ciclo, quella in cui avvengono la ricostruzione dell’endometrio e la maturazione del follicolo che contiene la cellula uovo, prende il nome di fase follicolare, o estrogenica o proliferativa ed ha una lunghezza variabile.
Durante questa fase all’interno dell’ovaio iniziano a crescere e a maturare una serie di follicoli. Saranno loro che, maturando, produrranno gli ormoni estrogeni cui spetterà di stimolare la proliferazione del nuovo endometrio.
Anche se non tutte le donne la percepiscono, la prima sensazione che si può avere in seguito all’aumento degli estrogeni è quella di avere “qualche cosa” che scorre all’interno della vagina. L’espressione più frequente per descrivere questo evento, che compare improvvisamente, è: “sento un qualche cosa che sta accadendo all’interno della vagina: avverto una sensazione di umido interno”. Tuttavia, anche se questa donna avesse la possibilità di andare immediatamente al bagno e si osservasse, non vedrebbe nulla e sarebbe esternamente asciutta.
Possiamo però dire, sulla base di numerosi dati biologici, che il giorno in cui compare questa sensazione di umido all’interno della vagina si può considerare come il primo giorno del periodo fertile.
Alla fase di umidità interna subentra, solitamente, un periodo in cui è presente del muco. Questo, col passare dei giorni, cambia le sue caratteristiche, arrivando ad assumere la consistenza e l’apparenza della chiara dell’uovo crudo, determinando una sensazione di bagnato o di molto bagnato .
La fase del muco è legata al notevole incremento della quantità di estrogeni.
Essi, infatti, aumentano notevolmente fino a raggiungere un picco massimo poco prima dell’ovulazione per poi decrescere rapidamente.
Talvolta, proprio in concomitanza con la caduta degli estrogeni possono esserci delle perdite ematiche a metà ciclo, meglio note come perdite ematiche intermestruali, che non hanno alcuna relazione con la mestruazione
Con l’ovulazione, il follicolo, arrivato a piena maturazione, esplode. Con l’ecografia si è evidenziato che esso può arrivare ad avere un diametro di 25 mm e ad occupare circa un terzo di tutto l’ovaio. Il follicolo, una volta esploso, si sgonfia e si trasforma in corpo luteo, una struttura che produrrà, per le due settimane successive, soprattutto progesterone. È questo il motivo per cui la fase che separa l’ovulazione dalle mestruazioni successive è detta progestinica, luteinica ed anche secretiva. Luteinica perché il follicolo si trasforma in corpo luteo. Progestinica perché, a differenza del follicolo che produceva solo estrogeni, il corpo luteo produce anche e soprattutto progesterone. Secretiva perché ormai l’endometrio più che proliferare si trasforma in vista di un’eventuale annidamento.
L’ovulo, una volta uscito dal follicolo, viene aspirato dalla tuba, dove potrà essere fecondato nel giro di 6-8 ore, e, comunque, entro un massimo di 24 ore. Il concepimento, quindi, avviene sempre nel giorno dell’ovulazione. Questo fa sì che, mediamente, occorrano circa tre cicli perché una donna “fertile” possa rimanere incinta. Questo significa, in altri termini, che una donna può rimanere incinta immediatamente e, un’altra, dopo sei mesi.
Lo spermatozoo, una volta che sia stato depositato all’interno della vagina, se non trova il muco cervicale, muore abbastanza rapidamente a causa del ph molto acido presente.
La premenopausa (climaterio), che si colloca fra il periodo fertile propriamente detto e la menopausa (cessazione della mestruazione), è caratterizzata da irregolarità mestruali e da cicli che sono spesso anovulatori.
Da un punto di vista ormonale essa è contraddistinta da un progressivo decadimento della funzione ovarica, con una conseguente diminuzione della produzione di estrogeni e progesterone ed uno spiccato aumento degli ormoni ipofisari FSH e LH.
Il primo segno dell’avvicinarsi della premenopausa è dato dall’accorciamento della fase di temperatura alta e dal cambiamento della qualità del muco. Il muco a chiara d’uovo tende infatti a scomparire per essere sostituito da un muco appiccicoso, biancastro ed opaco. In qualche caso, anche questo muco scompare, per lasciare il posto ad una sensazione di bagnato e di umidità.
È importante ricordare che fino a che anche una piccola quantità di muco è presente, le ovaie stanno producendo estrogeni e la loro presenza può essere sufficiente per conseguire una gravidanza.
Sulla sua esperienza di donna in menopausa, la scrittrice Oprah Winfrey ha scritto:
“Mi stupisco di sentire ancora, a quest’età, la mia personalità espandersi, superare i confini dell’Ego per diventare sempre più illuminata. Quando avevo vent’anni, pensavo che esistesse un’età magica che , una volta raggiunta (forse a trentacinque anni), mi avrebbe permesso di sentirmi pienamente adulta. Buffo come questo numero col tempo continuasse a spostarsi, come perfino a quarant’anni etichettata dalla società come donna di mezza età, sentivo ancora di non essere l’adulto che sapevo di poter diventare. Ora che le mie esperienze di vita sono andate al di là di ogni sogno o aspettativa, so per certo che per diventare chi si è destinati a essere bisogna continuare a trasformarsi”.
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